Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 77

che questa nuova e più grande cinta muraria sia stata edificata tra la fine del XIII
e l’inizio del XIV secolo: i tre torrioni di vertice conferiscono al complesso una
tipologia di impianto decisamente inconsueta nell’area ligure (v. D. Biello, “Il
castello di Campo Ligure”, cit.).
L’esagono mostra una muratura in conci appena sbozzati e ciottoli disposti con
una certa regolarità a definire una serie di corsi. La costruzione è rinforzata sugli
angoli da grossi cantonali ben squadrati che nella parte inferiore mostrano una
lavorazione
a
bugnato
rustico, che si abbassa di
spessore man mano che
procede verso il culmine fino
a trasformarsi in conci lisci,
perfettamente squadrati e
spianati: soluzione che
denuncia la conoscenza
aggiornata delle recenti
tecniche difensive, associata
ad un certo gusto estetico
nel digradare costante dello
spessore delle bozze. L’uso
del bugnato, poi, fornisce un
termine post quem: questo
modo di lavorare la pietra
tornò in auge in Occidente
soltanto a seguito delle
Crociate, quindi a fine secolo
XIII. Lo stesso può dirsi
dell’uso di mensole in pietra,
in sostituzione del legno, con
lo scopo di reggere le
caditoie, che si possono
osservare adoperate sia
nell’esagono sia nelle torri
della cortina più esterna (v.
M. Cavanna, “I segni del
potere”, cit.).
Deterioratisi i rapporti tra
Campo e Genova, in
precedenza tanto buoni da far
Il mastio centrale del Castello
entrare il piccolo feudo nel foedus di Genova negli anni 1224-1267-1289, divenne
una necessità primaria rinforzare le strutture difensive del castello.
La cinta esterna lasciava fuori da tre lati una parete rocciosa inaccessibile; a sud
un piano facilmente controllabile terminava con un rivellino, o terrapieno inclinato
capace di assorbire le eventuali palle di granito dei cannoni quattro-
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