Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 78

cinquecenteschi. Il torrione centrale e quelli ai lati, più il restante corpo esagonale,
erano coperti da un tetto in tegole di mattoni.
Il castello di Campo ebbe una sua utilità fino all’inizio del sec. XVII, dopo di che la
lontananza dell’Impero e la presenza di Genova in Feudo quale con domina rese
del tutto marginale la fruizione del castello. Dei tre torrioni, quello verso il torrente
Langassino crollò per il cedimento delle fondazioni, erose dall’impeto della
corrente sottostante; l’altro a levante venne riadattato nel sec. XV per parare la
nuova minaccia delle armi da fuoco; il terzo resistette meglio degli altri: venne
casamattato e reso abitabile. Il castello venne collegato al Palazzo Spinola in
paese attraverso due cavalcavia, uno che andava dal Palazzo marchionale alla
casa detta a tutt’oggi “la Galleria”; un secondo che dalla Galleria andava al
castello.
A partire da metà secolo XVIII il castello (di proprietà della Magnifica
Comunità) venne abbandonato dagli Spinola (che lo avevano in enfiteusi): in
specie nella persona di Cristoforo II (1746-1814) i feudatari operarono perché gli
agenti atmosferici producessero la rovina maggiore, asportando il tetto dai torrioni
e dall’esagono, finestre e inferriate, nonché ogni strumento e arma di difesa,
disarmarono la “scala dei cannoni” che, posta in basso alla collina
rappresentava la via di accesso e di prima difesa del castello stesso. Attorno alla
“scala dei cannoni” erano sorte, infatti, delle prime mura trasformate nel corso del
secolo XV-XVI in case di abitazione, la così detta “Voltegna”.
L’organismo architettonico che, a fine anni
Ottanta del Novecento, per alcune parti
(cinta muraria esterna, cinta esagonale,
torrione di levante) aveva assunto la
fisionomia propria del rudere, mentre altre
(la torre e il torrione di mezzogiorno) si
erano fortunatamente conservate, venne
sottoposto ad azione di recupero che, sotto
la direzione dell’architetto Bruno Repetto,
riuscì a riconferire al castello un aspetto
finale dell’organismo che, correttamente e
per quanto possibile, consente oggi una
chiara
lettura
delle
trasformazioni
succedutesi nel tempo e dalle quali ha
preso corpo un episodio di architettura
militare di rilevante valore storico e
monumentale. Sono state evidenziate le
parti da ricostruire, gli elementi strutturali e
funzionali (necessari questi per rendere
possibile una effettiva nuova fruizione del
castello), mezzi efficaci per perpetuare ed
La porta di entrata nel castello
esaltare i valori stessi del monumento.
I lavori iniziati nel 1992 hanno ridato agli
spazi recuperati una fruibilità che, pur nella sua valenza contemporanea (spazi
espositivi, spazi per riunioni, spazi di documentazione, spazi per concerti e
1...,68,69,70,71,72,73,74,75,76,77 79,80,81,82,83,84,85,86,87,88,...124
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