Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 61

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Genova e soprattutto gli Spinola si resero conto ben presto dell’errore commesso
con la distruzione del paese le cui fucine lavoravano da due secoli per le attività
industriali e marinare della Repubblica; si attenuarono i bandi, si concorse al
ripristino delle ferriere, dei maglietti e delle fucine, si incentivò lo stanziarsi in
paese di nuove famiglie addette all’attività manifatturiera.
La “
Guerra dei Trent’Anni
”, vide la Valle Stura percorsa da soldati d’ogni paese.
Francia e Savoia si erano alleate contro Genova nel 1625; mentre l’armata di
Carlo Emanuele I entrava in Novi, successivamente prendendo Voltaggio e Gavi,
e marciava verso i Giovi (dove sarà “miracolosamente” fermata), i francesi di
Lesdiguièrés spazzavano via i genovesi di Giorgio Doria da Ovada e occupavano
la Valle Stura. il Feudo campese rimase neutrale, così che dovette subire le
devastazioni e i saccheggi dei francesi, prima; e, poi, quando le truppe spagnole
del Duca di Feria misero in fuga i francesi, furono gli spagnoli a comportarsi
violentemente contro la popolazione, devastando il paese.
Nuova dinastia spinolina
Il 25 gennaio 1636 la Repubblica di Genova acquistò metà feudo da due fratelli
Spinola, diventando
Condomina. L’altra metà
del feudo era in mano a
Nicolò Spinola.
Genova, comunque, a
differenza degli Spinola,
rispettò costantemente le
prerogative giurisdizionali
della Magnifica Comunità,
secondo il giuramento
fatto
all’Imperatore
Ferdinando II, all’atto di
infeudamento.
Palazzo Spinola
A fine secolo avvenne il cambio di dinastia: nel 1657, a causa della peste, erano
morti i signori Nicolò e la moglie Geronima Spinola. Figlio ed erede era Vincenzo
che ottenne l’investitura nel 1659; non avendo figli maschi, con suo testamento
del 1661, nominò erede la figlia nubile Geronima. Costei sposò Domenico
Spinola, detto “Occhialini”, figlio di Cristoforo, di un ramo laterale della casata.
Tra il 1660 e il 1668 scoppiarono nuove lotte per i confini, ormai ampiamente
usurpati dal Feudo di Masone; Genova dovette intervenire duramente, anche
perché questa volta si trattava di territorio di cui era stata infeudata.
Ma fu il giungere a Campo del nuovo signore, Domenico I Spinola, a riportare la
popolazione su posizioni di netta resistenza ai tentativi operati dal feudatario di
imporre ogni sorta di gabelle e di impadronirsi con ogni forza e sopruso dei beni
dei “particolari”, tentando la via dell’assolutismo. Accanita fu la difesa della
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