Liguria: contrade, villaggi, paesi, città. Vol I - page 85

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la sede del Municipio venne trasferita nel nuovo
edificio di Piazza Matteotti, mentre gli Spinola vendevano ai privati tutto il loro
antico Palazzo.
Il Convento e la Chiesa dei santi Michele e Cristino
Il Convento, oggi, è una realtà quasi puramente virtuale: dell’antica costruzione,
iniziata il 29 gennaio 1623, è rimasto ben poco se non la memoria ed il toponimo,
oltre l’edificio dell’antico refettorio dei frati ristrutturato ed adibito ad uffici.
Tale padre Stefano Carrante, campese, priore del convento di Santa Maria della
Costa di Sestri dei Frati Eremitani di San Gerolamo della Congregazione del
beato Pietro da Pisa, “che già da qualche tempo pensava alla fondazione di un
monastero nella sua patria, chiamato dai Condomini e dalla Comunità del paese,
vi si recò il 20 luglio 1621 insieme ad altri due confratelli sacerdoti. Il mese
successivo Gio. Francesco Spinola, uno dei Condomini, donò ai Padri della
Congregazione una casa perché in essa erigesse un monastero…Fu questo
l’inizio del Convento di Campo…”.
E’ questa la traduzione del testo in latino relativo alla storia della Congregazione
dei Gerolamini di padre Gio Batta Sajanello che, nel terzo volume, alle pagine
432-443, narra “De Coenobio S.S. Michaelis et Christini de Campo Frigido”. La
grande opera di padre Sajanello, “Historica Monumenta Ordinis Sancti
Hyeronimis Congregationis B. Petri de Pisis” , 1758-63, che è presente nella
vasta Biblioteca Capitolare dell’Insigne Collegiata di Campo Ligure, è fonte
indispensabile per poter ricostruire le vicende del Convento, almeno fino a metà
Settecento. Con il Sajanello non si può fare a meno delle “Memorie” di Agostino
Paladino (v. A. Paladino, “Memorie” a cura di P. Bottero, 2005). Purtroppo tutta la
documentazione successiva fino alla chiusura del Convento sparì in una notte
d’agosto del 1797 allorché, forse spaventato dai torbidi rivoluzionari, l’ultimo
priore, padre Bistolfi nottetempo fuggì con ori, argenti e tutte le carte del cenobio,
compresi “4 giornali del Convento” dei quali più nulla si seppe, mentre i “circa 200
libri” finirono nella Biblioteca Capitolare. Il Convento fu dichiarato dai rivoluzionari
“bene nazionale”.
La scelta di Campo venne probabilmente suggerita a padre Carrante da un altro
confratello campese, padre Gio Battista Porrata (“Porratus de Campo in ditione
Genuensis”) che ricoprì dal 1617 la carica di Superiore Generale dell’Ordine
Eremitano. Per mantenere dignitosamente i frati gli Spinola assegnarono ad essi
la Cappellania di San Michele, proveniente da un antico lascito del 1494 di
Carlotto Spinola: 10 “luoghi” del Banco di San Giorgio che, uniti al cumulo degli
interessi maturati, permetteva nel primo Seicento di poter retribuire ben cinque
cappellani.
Nei mesi immediatamente seguenti, provenienti dalle Catacombe romane,
giunsero a Campo i resti del santo martire Cristino per essere posti nella chiesa
del Convento, chiesa che non venne immediatamente costruita perché i padri si
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